COMO —
CONTRAZIONE generalizzata dei consumi nel primo trimestre dell’anno e previsioni pessimistiche con riduzione del fatturato anche per il secondo. Continua ad annaspare il tessile comasco sotto il peso della crisi mondiale. Nel settore più colpito in provincia da cassa integrazione e mobilità - con circa un lavoratore su due interessato da una qualche forma di ammortizzatore sociale e un’azienda su quattro indebitata in maniera critica - continua quindi la congiuntura economica sfavorevole senza che all’orizzonte si vedano ancora segnali di ripresa.
UNA SITUAZIONE evidenziata dai resoconti di gestione del primo trimestre dell’anno approvati dai Cda delle industrie seriche. Una procedura conclusa ieri anche da Ratti spa, colosso del tessile mondiale con 520 dipendenti solo a Guanzate, che ha chiuso il 2008 con un fatturato di 98,6 milioni di euro e un risultato negativo netto di 13,4 milioni poi ripianato con altre perdite residue grazie all’utilizzo del fondo di riserva. Nell’analisi fatta dall’azienda si evidenzia «il protrarsi della congiuntura negativa» e quindi la chiusura del trimestre con un fatturato di 17 milioni di euro, inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente di 8,5 milioni (-33,2%). Un calo sensibile che però «ha determinato impatti piuttosto contenuti sulla redditività», spiegano alla Ratti. In sostanza dall’osservatorio privilegiato di quello che è uno dei gruppi principali del tessile comasco «i primi mesi dell’esercizio 2009 hanno confermato le medesime tendenze di mercato che hanno contrassegnato gli ultimi mesi dell’esercizio 2008».
DI CONSEGUENZA «il gruppo registra una dinamica cumulata del fatturato e del portafoglio ordini inferiore allo scorso esercizio su tutte le linee di business gestite. Anche per il secondo trimestre sono pertanto previsti minori fatturati». L’andamento del mercato nella seconda parte dell’anno, invece, «sarà probabilmente influenzato dalla stabilizzazione delle condizioni macroeconomiche». In una situazione del genere Ratti prosegue nella realizzazione degli interventi previsti dal piano industriale che prevedono tra 2009 e 2011 che dagli attuali 862 dipendenti il gruppo scenda alla fine del triennio a poco più di 500, grazie allo smantellamento delle due unità produttive romene e la mobilità volontaria per 60 addetti di Guanzate, oltre alla cassa integrazione straordinaria scattata a inizio anno per i dipendenti comaschi. Corrado Cattaneo
Fonte il giorno